Miyajima

Miyajima

venerdì 20 gennaio 2017

Condizione reale

Quante volte ho desiderato essere altro
Quante volte ho provato e non sono stato

Ubriaco ho cercato di abbracciare il prossimo
Sobrio ho tentato solamente di essere il migliore

Ho provato ad essere quella persona che tu credevi
Ho cercato immagini di me che potessero brillare

Sola la mia anima si è nascosta
Sola si è rivolta sotto le coperte

Lontane, nuove voci ascolto rivivere
Mentre il sogno inizia ad essere reale

Tra mani addormentate e piene di attesa
Prende forma il mio volto e questo pavimento



venerdì 22 aprile 2016

Il tempo che ancora servirà


Sono qui e riesci finalmente a vedermi. 

Le labbra, cremisi come questo cielo, incontrano la pelle asciugata dalle lacrime. 
Le mie mani impazziscono e sfregandosi cercano indistintamente il tuo volto. 

Allontano questo momento da quanto di più reale, tentando così di mantenerlo sospeso nel tempo. Vento di Maestrale sento alle nostre spalle ed amore mio alziamo ora le nostre vele,  la marea è già alta. Portiamo con noi quanto di più possibile e lasciamo scorrere l’oceano sotto i nostri piedi, non preoccuparti di quanto tempo ancora servirà.


Senti questo rumore così distinto? E’ il suono dei nostri passi. 
Uno dietro l’altro, avvicinati solo da un brevissimo istante di fatica. Un istante che separa le nostre intenzioni dai nostri desideri. Dalle nostre esistenze. 

Vorrei con te allontanarmi cercando sempre più calore. Vorrei con te colpire ogni istante affinché esso stesso, percosso, possa essere testimone di tutto questo.

Ed è ora il momento del sorriso, acceso e vivo. Non più il momento della fame e della sete ma il momento di prendere il largo, sin da subito amore mio. 

Prendiamo la nostra strada del mattino e lasciamo indietro tutto quello che non ci ha permesso fino ad ora di galleggiare. 

I lampi e tuoni, anche se sopra di noi, non ci investiranno. Abbracciamoci ancora una volta, stretti prima dell’arrivo del sole.




giovedì 10 dicembre 2015

Quello che conta


Avere voglia di vivere nuove possibilità, questo è quello che conta e a cui voglio tendere. Vorrei lontane le voci di chi non sa far altro che parlare degli altri, del prossimo, del perché delle cose, delle Verità. Le loro. 

Voci lente e ricorsive come il volo della mosca che si posa sul mio ginocchio. Fastidiose come il suo ronzio.

Tendo al solito a ricredermi quando, perso nei miei pensieri,  mi stupisco di come anche il mio alimentari abbia una sua dignità intrinseca. Un ordine non solo commerciale ma quasi aureo, di pensiero. 

Gli oggetti posizionati li, uno dietro all'altro. Tutti in fila per un solo obiettivo, il loro acquisto.
Sono li per avvicinarmi al fantastico banco dei formaggi e incrocio qua e là lo sguardo sui vari prodotti caseari e insaccati.

Improvvisamente mi ricordo che è in giornate come oggi che mi rompo le palle del prossimo. Si, proprio in  giornate come oggi. Che c’è di male? Domani mi passa lo so e vi prego, non mi ricoprite dei soliti qualunquismi;  anch’io ho studiato e fatto la cresima.



Riesco a immaginare che poi a qualcuno la cosa possa anche interessare. Mi illudo ogni volta.

Il punto è che non ce la faccio più a leggere di persone che scrivono di altri, in modo criptico. 

Leggo cose del tipo: “…se tutti credessero quanto tengo te, anima mia persa dietro le ali di un altro angelo malato”.
Oppure ancora: “…Ricordo quando da piccolo il mio povero cucciolo si riposava…ciao piccolo cucciolo”.

Beh è proprio questo che intendo, non me ne frega nulla ed è lontano da queste persone che voglio stare.

Di come abbiano ricevuto fregature dal loro miglior amico o come la loro donna sia ora diventata l’ultima delle cortigiane. 

Non frega niente a nessuno in verità, tanto vale esser chiari quando si scrive.

Quello che conta in fondo sono le emozioni,  in cui tutti possono riconoscersi, e non le scontate macchiette dei solisti del pathos.